Sono stati due sabati intensi ( 9 e 16 novembre 2013 ), durante i quali abbiamo appreso molte tecniche e aspetti della lettura che possono migliorare le proprie performance in pubblico.
Oltre l’aspetto tecnico, la cosa che è risultata ancora più
importatane è stata la componente emotiva: tutti gli esercizi pratici proposti
avevano lo scopo non solo di trasmettere o affinare varie abilità, ma anche di
far emergere emozioni, quegli aspetti istintivi e irrazionali più nascosti che
spesso non sappiamo far emergere ed esprimere.
Leggere in pubblico, soprattutto brani scritti da altre
persone implica, oltre che la capacità di essere consapevoli delle proprie emozioni, anche abilità empatiche che permettono di capire quello che ha provato lo
scrittore quando scriveva quel brano e se siamo in grado di far provare
qualcosa al pubblico che ci sta di fronte.
Uno dei problemi emersi durante il laboratorio era proprio
questo: la lettura va interpretata in
modo personale, in base al proprio vissuto o rispettando il sentire dello
scrittore?
La risposta non è facile perché vi sono molti elementi in gioco che non si possono eliminare e che interagiscono tra loro:
il bagaglio esperienziale;
il vocabolario delle emozioni, proprio e altrui;

la soggettività nell’attribuire i significati;
Quest’ultimo non è di poco conto: se lo scritto risale, ad esempio, al 1300, sicuramente il contesto sociale, culturale, politico e psicologico avrà un peso differente rispetto a quello attuale, e anche queste differenze vanno trasmesse attraverso la lettura e naturalmente, la recitazione sul palcoscenico.
Interpretare nella giusta misura ciò che si legge con la
propria voce e la propria anima, richiede attenzione, capacità di osservazione,
impegno e sensibilità, aspetti che una persona deve possedere per attitudine,
ma che vanno anche affinati con l’aiuto di chi è del mestiere. Non
dimentichiamo che molti grandi attori hanno frequentato Accademie Teatrali
condotte da nomi famosi.
Vorrei porre attenzione però anche ad un altro aspetto: la passione.
Come in tutte le cose, che sia il lavoro, che sia un hobby o
qualsiasi altra attività che svolgiamo nella nostra vita, se non c’è la
passione sarà difficile ottenere dei risultati.
Nel caso della lettura ci possono essere molte cose che
appassionano: l’amore per i libri e le
storie, la soddisfazione nell’usare in modo creativo la voce, il piacere di
trasmettere qualcosa al pubblico…e molto altro ancora, che rimane comunque
molto soggettivo. Alla fine il risultato è riuscire a coinvolgere gli altri e
perché no, anche a farli sognare per un attimo.
Il laboratorio è proseguito lungo un percorso ben preciso:
1.
LA CONOSCENZA RECIPROCA E LA COESIONE DI
GRUPPO
2.
LA RESPIRAZIONE
3.
LA
VOCE
E IL
SUO VOLUME
4.
LE
IMMAGINI MENTALI
5.
IL
SUPERAMENTO DELL’ EGOCENTRISMO
Gli ultimi due punti, in particolare, sono stati gli aspetti
che mi hanno colpito. Le immagini
mentali come tecnica efficace per superare l’egocentrismo.
Ma come? E cosa
significa?
Ciascuno di noi ha delle immagini mentali: quando pensiamo,
quando parliamo ed ascoltiamo, quando agiamo, la nostra mente costruisce immagini
che sono legate inevitabilmente alle nostre esperienze: vediamo delle cose, dei
colori, delle situazioni, alle volte sentiamo rumori, odori, abbiamo delle percezioni come se stessimo
vivendo realmente l’esperienza.
Durante il laboratorio ciascuna persona ha scelto una frase
da leggere, tratta dal proprio libro preferito.
Tra i libri scelti ricordo “L’eleganza del riccio”, “ Il
piccolo principe”…e altri.

La mia frase era questa: “ L’orizzonte è scomparso, il mare e il cielo sono diventati dello stesso color grigio…” tratta dal romanzo “Sul bufalo d’acqua”, di Alessandro Fort – AltroMondo Editore, Padova 2010.
Queste parole evocano immagini relative ad una spiaggia, al mare, al cielo che minaccia un temporale…vediamo la scena dominata dal colore grigio…vediamo le onde che incalzano…non solo chi ascolta dovrebbe evocare nella sua mente queste immagini, ma anche chi legge dovrebbe vederle.
Vivere la situazione
mentre si legge, provare delle sensazioni, aiuta a rendere la lettura più
realistica, meno artificiale.
Ma come possono le immagini mentali essere legate al
superamento dell’egocentrismo?
Quando ci si trova davanti al pubblico si è preoccupati della propria performance, la così detta “ ansia da prestazione “. Pensare a sé stessi, essere troppo preoccupati della propria immagine e delle conseguenze, toglie spontaneità e quindi la lettura ne risulta poco espressiva, poco coinvolgente, insomma poco interessante: le immagini mentali aiutano a concentrarsi su quello che stiamo leggendo, aiutano a vivere come se fosse realtà quello che leggiamo e, ne sono sicura, se siamo convinti di quello che diciamo il pubblico lo percepisce.
Non voglio dimenticare di dire però una cosa, prima di
concludere. Imparare e affinare delle abilità attraverso questi laboratori
richiede due cose fondamentali: un gruppo sinergico, che lavora bene insieme, e
un conduttore che sappia gestire bene il gruppo…e questi aspetti non sono di
certo mancati in questo laboratorio.
Un ringraziamento all’Associazione Culturale “ VOCI IN VIAGGIO “ ed in
particolare ad Antonella Rui, attrice, che ha tenuto il “LABORATORIO DI LETTURA AD ALTA VOCE.
Il laboratorio si è tenuto presso la sede della Biblioteca di Ogliano , in mezzo alle splendide colline di Conegliano.
Il laboratorio si è tenuto presso la sede della Biblioteca di Ogliano , in mezzo alle splendide colline di Conegliano.