La personalità di ognuno di noi è composta da tre modi di essere, chiamati GENITORE, ADULTO E BAMBINO.
Questo significa che ognuno di noi può essere e comportarsi come un genitore o un adulto o un bambino, in base alle situazioni e alle emozioni provate.
Custodisce i sentimenti, i comportamenti, le emozioni, gli insegnamenti, gli esempi che noi abbiamo appreso dai nostri genitori e da altre figure che ci hanno educato. Quando una persona si trova nello stato Genitore, egli reagisce come reagivano suo padre o sua madre. E’ un insieme di registrazioni di eventi vissuti durante l'infanzia, nei primi cinque anni di vita. Ciò che è contenuto nello stato Genitore è stato registrato per così dire 'in diretta', senza mediazioni, senza spiegazioni o commenti.
Il Genitore, a differenza dell'Adulto, non deve esaminare dati di realtà, perché in esso si concentra tutto quello che già 'sappiamo', che diamo per scontato, in termini quasi assoluti, in quanto deriva dal sapere che viene trasmesso dai genitori.
Il GENITORE normativo insegna e offre regole e valori, ma può anche criticare, imporsi, rimproverare, punire e svalutare.
Il GENITORE affettivo cura e incoraggia, ma è anche iperprotettivo.
L’ADULTO
La parte adulta è la parte razionale di tutti noi, dove si elaborano le informazioni.
L'Adulto esamina la situazione e valuta di conseguenza, effettuando un "calcolo di probabilità". Se, ad esempio, devo attraversare la strada, il mio Adulto mi deve dire che ci sono buone probabilità che non mi investano. L’ADULTO vive oggettivamente la realtà, non drammatizza l'errore e trova le soluzioni ai problemi senza lasciarsi troppo condizionare dalle emozioni. L'Adulto è la parte della personalità che elabora, come un computer, le informazioni che gli si danno, producendo risposte assolutamente logiche e razionali; questo stato comincia a nascere verso i dieci mesi, quando il bambino inizia a muoversi autonomamente e a fare esperienze personali.
Sin dai primi anni di vita compito dell'Adulto è quello di verificare i dati registrati nel Genitore e nel Bambino, valutandone l'importanza e la veridicità al momento attuale, per poi accettarli o rifiutarli.
L'Adulto esamina la situazione e valuta di conseguenza, effettuando un "calcolo di probabilità". Se, ad esempio, devo attraversare la strada, il mio Adulto mi deve dire che ci sono buone probabilità che non mi investano. L’ADULTO vive oggettivamente la realtà, non drammatizza l'errore e trova le soluzioni ai problemi senza lasciarsi troppo condizionare dalle emozioni. L'Adulto è la parte della personalità che elabora, come un computer, le informazioni che gli si danno, producendo risposte assolutamente logiche e razionali; questo stato comincia a nascere verso i dieci mesi, quando il bambino inizia a muoversi autonomamente e a fare esperienze personali.
Sin dai primi anni di vita compito dell'Adulto è quello di verificare i dati registrati nel Genitore e nel Bambino, valutandone l'importanza e la veridicità al momento attuale, per poi accettarli o rifiutarli.
Quindi, quando sono nell'Adulto, io uso tutte le mie facoltà intellettuali.
IL BAMBINO
Il bambino racchiude la spontaneità e l'emotività e tutte quelle esperienze, quei comportamenti che abbiamo messo in atto nella nostra infanzia. Quando sono nel Bambino io mi comporto non come un bambino in generale, ma come io mi comportavo quando ero bambino, con quelle stesse caratteristiche che mi contraddistinguevano dagli altri bambini.
Il BAMBINO adattato è obbediente, buono, docile, è sotto il controllo del Genitore interiore. Accetta le regole, collabora e agisce per farsi accettare. Ma l’adattamento è anche esprimere la sua libertà e creatività, avere spirito di iniziativa, esplorare l’ambiente.
Il BAMBINO non adattato invece può manifestarsi con:
- sottomissione esagerata alle regole, subisce e si fa compiangere, sensi di inferiorità nei confronti degli adulti, paura, timidezza e isolamento.
- ribellione e non accettazione delle regole.
E' importante riconoscere ed utilizzare con maggiore consapevolezza ed efficienza le tre dimensioni della personalità, sia a livello personale, sia nell'osservazione degli altri.
La sfida consiste nell'imparare a rimanere nel proprio Stato Adulto, il quale deve riconoscere quando è il caso di esprimere e dare spazio gli altri due aspetti della personalità, il Genitore e il Bambino.
Un Adulto forte si realizza ad esempio imparando a esprimere la sua spontaneità, a individuare il proprio Bambino, i suoi punti vulnerabili, le sue paure, i modi principali in cui esprime questi stati d'animo ed anche imparando a individuare il proprio Genitore, le sue ammonizioni, i suoi atteggiamenti fissi, ed i modi in cui li esprime. Mostrandosi sempre disponibili al Bambino degli altri, parlando a quel Bambino, carezzandolo, proteggendolo, cercando di comprendere i suoi sensi di inferiorità ma anche il suo bisogno di espressione creativa.