STALKING? NO, GRAZIE - della Dottoressa Patrizia Ferraro
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Opera di sesto Mammana |
Molto più di una paura
La paura di affrontare un nuovo amore, di perdere il lavoro, di essere aggrediti, di rimanere soli e di non aver la capacità di affrontare le difficoltà sono dentro di noi. Quando si vive un periodo difficile e ci si sente sotto pressione, il timore di non riuscire ad affrontare il quotidiano cresce: è normale perchè siamo stanchi, non abbiamo le energie e soprattutto vediamo le cose più gravi di quelle che sono. Avere una buona autostima è la chiave per affrontare qualsiasi problema reale. La vita è fatta di problemi, ma l’importante è non lasciarsi sopraffare, non permettere che essi dominino la nostra vita. Ogni problema ha una soluzione, ogni momento difficile passa.
Ma quando le nostre paure non sono reali e sono la costruzione della nostra mente, cosa succede? In questo caso lo stato di ansia è persistente, è esagerato e soprattutto non ha motivo di esistere. Proviamo a pensare ad una persona che deve parlare in pubblico: in sé questa situazione non è pericolosa. La persona può provare un po’ di preoccupazione, un po’ di insicurezza del tutto normale, ma alla fine riesce a vivere la situazione ottenendo risultati positivi e negativi, utili per la prossima esperienza. Quando, al contrario, la persona fugge da questa situazione e si sente in serio pericolo, sino a condizionare la sua vita sociale ed affettiva, possiamo parlare di vere e proprie fobie, che sono molto più di una paura perché completamente irrazionali e soprattutto eccessive.
La paura di alcuni animali, la paura di oggetti specifici, degli spazi aperti e chiusi, la paura del temporale, dell’altezza, delle malattie sono solo alcuni esempi di centinaia di fobie esistenti che possono influenzare in misura diversa l’esistenza di una persona. Spesso chi dimostra queste paure, più che entrare in ansia di fronte a situazioni od oggetti specifici, ha paura che questi si verifichino nella realtà ed è terrorizzata da una possibile perdita del controllo. Il problema reale diventa allora la paura di avere paura!
Educazione e idee sbagliate che distorcono la realtà, esperienze negative non comprese nel modo corretto, eccessiva dipendenza dal giudizio altrui o un carattere particolarmente ansioso possono essere alcune delle cause che scatenano queste paure irrazionali. Tutti i comportamenti umani nascono nell’ambiente: la famiglia, il lavoro, gli amici, la cultura formano il nostro carattere, ma anche i geni che ereditiamo sono determinanti nello stabilire il nostro comportamento. Nel caso delle fobie si dice che le paure vengono ereditate nel senso che facciamo nostro un comportamento che abbiamo osservato da bambini in una persona adulta. Ad esempio, un bambino che vede la mamma scappare di fronte ad un cane che abbaia finisce per avere la stessa paura, anche da adulto.
E’ ancora da stabilire scientificamente se la biologia in questi casi ha un significato. Al di là di queste spiegazioni scientifiche, non si può dimenticare che la persona soffre, prova un senso di disagio e deve essere aiutata per tornare a vivere ed essere felice.
L’aiuto più efficace è:
1) stimolare la persona a voler superare le sue paure: deve desiderare di cambiare per stare meglio;
2) farla diventare consapevole che si possono raggiungere solo obiettivi alla propria portata e non impossibili: ci sono persone che non riescono a prendere l’aereo ma riescono a sopravvivere lo stesso utilizzando altri mezzi di trasporto;
3) dare importanza a tutti i risultati ottenuti, grandi e piccoli: anche riuscire a convivere con alcune paure può essere un risultato.
Una persona che è terrorizzata dal diventare rossa in volto ad un appuntamento di lavoro può arrivare a licenziarsi per non dover più affrontare tali situazioni. Con il supporto psicologico di un professionista questa persona può compiere un lavoro su sé stessa e riuscire a capire che diventare rossa in pubblico non è una cosa così grave, tanto da accettarla e continuare a vivere la propria vita relazionale e lavorativa.
“L’umorismo è una gran cosa, è quello che ci salva. Non appena spunta, tutte le nostre irritazioni, tutti i nostri risentimenti scivolano via, e al posto loro sorge uno spirito solare”. (Mark Twain).
Ridere fa bene, lo dicono molti detti popolari, e infatti la frase “il riso fa buon sangue” è dimostrabile scientificamente.
Le persone che riescono a trovare il lato buffo delle situazioni, degli altri e di sé stessi, vivono meglio e più a lungo. Un ritardo, un imprevisto, una persona che ci infastidisce, un oggetto che ci cade dalle mani e che si rompe, il cellulare che non funziona, possono essere circostanze su cui ridere anziché indurci a pensare che siamo sfortunati. Prendere le cose senza drammatizzare e scoprire anche il lato divertente della vita, scatena in noi un’energia tale da farci superare qualsiasi ostacolo. Riusciamo ad utilizzare tutte le risorse disponibili e a trovare soluzioni creative. Di conseguenza ci sentiamo più contenti di noi stessi e pronti ad affrontare meglio qualsiasi avversità.
Anche dal punto di vista fisico la risata provoca dei cambiamenti: lo stato di piacere legato ad essa scatena le endorfine, sostanze prodotte dal nostro organismo che aiutano il nostro corpo a rafforzare il sistema immunitario. Il risultato è che siamo più forti e ci ammaliamo di meno. Anche i lineamenti del nostro viso si rilassano, la pelle è più distesa e luminosa. La risata scarica la tensione e la notte dormiamo di più con il risultato che l’aspetto fisico migliora tanto da essere piacevoli sia ai nostri occhi che a quelli degli altri, dandoci maggiori opportunità di socializzazione.
L’umorismo fa parte del carattere: far ridere e saper ridere, richiede la capacità di perdere temporaneamente il controllo dell’adulto per lasciar spazio al bambino.
I film comici e le barzellette per esempio hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita: ci fanno ridere e quindi ci fanno stare bene. Non dobbiamo preoccuparci di sprecare alle volte il nostro tempo in cose apparentemente stupide e inutili. A Natale è uscito il film “La banda dei Babbi Natale” con Aldo Giovanni e Giacomo. La storia non era un gran che, ma ha fatto ridere molte persone con molte battute originali e la simpatia dei personaggi. Anche questo può essere un buon risultato!
Ridere non significa essere degli irresponsabili superficiali, ma essere capaci di aiutarci ad affrontare con più leggerezza un problema che non troverebbe soluzione in preda ad una crisi di sconforto, la depressione porta ad uno stato di apatia e ad un atteggiamento distruttivo.
La persona che ride sempre non è considerata affidabile perché dà l’impressione di non prendere sul serio le questioni della vita. Questo comportamento è indice di superficialità e noi stessi non confideremmo mai un problema o non chiederemmo mai un consiglio a un tal tipo di persona. Saper ridere al momento opportuno significa capire cosa sta succedendo e riuscire a trovare una soluzione intelligente: la persona superficiale, al contrario, ridendo in qualsiasi occasione, non capisce e rimanda a domani quello che potrebbe fare subito.